Villa romana detta delle Mura di Santo Stefano

La Villa romana detta delle Mura o dei Muracci di Santo Stefano è ubicata a circa 3 chilometri dall’abitato di Anguillara Sabazia.
Si tratta di un complesso monumentale risalente al II secolo d.C. quando, con la sistemazione dell’antica via Clodia, furono edificate residenze signorili di campagna. Il sito risultava collegato da un diverticolo stradale che raggiungeva la Clodia in località Sortilunghi.
Viene ipotizzata una destinazione agricola del complesso, che qualcuno considera di fase precedente: nella fondazione della struttura è stato rinvenuto un dolio, normalmente presente in magazzini di raccolti agricoli e derrate alimentari. Nell’area insiste anche una cisterna costruita in opus caementicium rivestita in opus vittatum di forma quasi quadrata, 6,5 per 6 metri, con ruderi murari fino ai 3,5 metri di altezza rivestiti, internamente, col tipico intonaco impermeabilizzante (opus signinum), sulla cui cresta si leggono gli ammorsamenti della crollata volta a crociera, documentata nella copertura di altre cisterne romane. Il manufatto è compatibile con impieghi agricoli o residenziali.
Il palazzo è a pianta rettangolare larga 18 e lunga 22 metri, edificato su tre piani collegati tra loro da un vano scala, quasi completamente crollato così come i solai e il tetto. Costruito in cemento (opus caementicium) è rivestito con una cortina di mattoni gialli, rossi e bruni (opus testaceum) con effetto decorativo. Sui lati lunghi si ravvisano cinque paraste corinzie in laterizio rosso a scandire gli spazi su ogni livello, materiale usato anche per le ghiere delle aperture ad arco verso l’esterno, mentre le restanti parti murarie erano decorate da laterizi di color giallo e giallo-arancio. Allo stato della conoscenza archeologica viene considerato come unico esempio di architettura romana laterizia policroma fuori dall’Urbe. All’interno, l’edificio presenta un cortile centrale. I corridoi coperti laterali conservano sulle pareti tracce di rivestimento marmoreo e di intonaco policromo, frammenti dei quali sono stati rinvenuti durante le campagne di scavo della British School at Rome alla fine degli anni settanta del ‘900. Si desume una destinazione residenziale per persone facoltose.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, vennero murate le finestre del piano terra del palazzo che fu circondato da un fossato probabile difesa per respingere gli attacchi durante le calate barbariche. Allora, la Villa poteva già essere stata ri-adibita a “domusculta” (tenuta agricola monastica o papale) e, i presidianti, alzarono nel IX secolo, fondandola proprio sulle murature romane, una piccola chiesa dedicata a Santo Stefano, di cui resta l’abside, costruito in opera listata insolitamente regolare, datato all’XI secolo, e poche porzioni dei muri perimetrali. L’edificio, che presenta una cortina di rivestimento laterizio alternata a blocchetti di tufo, sorge su pianta quadrata e mostra similitudini con la chiesa di S. Cornelia sorta nella domusculta di Capracorum (nella vicina Formello) sempre scavata dalla British School at Rome tra il 1961 e il 1964.
Nel ‘500 l’architettura della Villa attrasse l’attenzione dei coevi eruditi e artisti Andrea Palladio e Pirro Ligorio, entrambi, per motivi simili e diversi, attratti dalle rovine e interessati dallo studio delle forme antiche.
Nel XIX secolo, possibilmente nell’incombenza delle epidemie di colera del 1856 e 67, il luogo fu impiegato come sepolcreto, come attestato da una piccola croce in pietra sull’architrave di una delle entrate murate dell’edificio principale.
Dopo le campagne di scavo condotte tra il 1977 e il 1981 dalla Scuola Britannica di Roma, i resti murari sono stati oggetto di consolidamento negli anni ’90. L’area archeologica è attualmente circoscritta in una tenuta agricola di proprietà privata.
Angela Testa e Gaetano Mercadante
Paolo Lorizzo, Le Mura di Santo Stefano ad Anguillara Sabazia, https:/ /www. sabazia.it
Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de’ Dintorni di Roma, 2ª edizione, Roma 1848, I volume p.146.
Thomas Ashby, La campagna romana nell’età classica (traduzione italiana), Milano 1982, p.174;
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Robert Van de Noort, David Whitehouse et alii, “Excavations at Le Mura di Santo Stefano, Anguillara Sabazia”, in Papers of the British School at Rome, 77, 2009, pp.159-223 (abstract).