La via Clodia, tra le strade consolari romane dirette a nord, si distingue per la sua funzione regionale e per il suo percorso meno diretto, nato per collegare gli insediamenti etruschi sui rilievi vulcanici tirrenici. Costruita probabilmente nel III secolo a.C., dopo la conquista romana dell’Etruria, la strada prende il nome dai magistrati della gens Claudia. Al contrario delle vie consolari principali, come l’Aurelia e la Cassia, pensate per lunghi spostamenti, la Clodia valorizzava antichi percorsi etruschi, connettendo centri culturali e termali.
Il suo tracciato, attestato dalla Tabula Peutingeriana e dai resti di basolato ancora visibili, inizia dalla Cassia presso La Storta e si dirama in due rami dopo Bracciano. Il primo conduceva alle Aquae Apollinares Veteres (oggi Bagni di Stigliano) e proseguiva fino a Tarquinia; il secondo puntava a Forum Clodii (nei pressi di Bracciano) e proseguiva per Blera, attraversando paesaggi ricchi di testimonianze archeologiche. I Romani, particolarmente interessati alle terme, utilizzavano questa strada per accedere a sorgenti minerali come quelle di Vicarello, Cura di Vetralla e Saturnia.
Il percorso della Clodia è caratterizzato da spettacolari “tagliate” etrusche, vie scavate nel tufo, come la Cava Buia a Blera e le Cave di Barbarano Romano, che un tempo collegavano le necropoli rupestri dell’Etruria. Tra queste necropoli, si trovano siti come Grotta Porcina, Norchia e Tuscania, dove recenti scoperte hanno confermato il passaggio della strada. Attraversando il suggestivo Ponte del Diavolo sul Biedano, a tre arcate, e il Ponte della Rocca, la via introduceva i viaggiatori nei territori archeologici più ricchi di storia.
Le mansiones elencate nella Tabula Peutingeriana segnavano le tappe principali della Clodia: Careias (Galeria), ad Nonas (Vigna di Valle), Forum Clodii, Blera, Tuscania, Saturnia e forse Cosa, dove si congiungeva con l’Aurelia. Dopo il declino dell’Impero e l’abbandono della manutenzione, la Clodia mantenne comunque un ruolo locale, servendo come confine tra le Tuscia Langobardorum e Romanorum in epoca medievale. Adriano I fondò lungo il suo tracciato la domusculta di Galeria, mentre nei secoli successivi i feudi di Bracciano e Castro dominarono la zona, fino al ritorno dei territori sotto il controllo del Papato.
Oggi, tratti della Clodia possono essere percorsi lungo sentieri archeologici che attraversano le antiche vie cave, aree termali e necropoli etrusche, offrendo uno sguardo unico su una strada che ha attraversato secoli di storia, conservando intatto il fascino del paesaggio e della cultura etrusco-romana.
Angela Testa e Gaetano Mercadante
Fonti:
provincia.vt.it www.provincia.vt.it› gis › unituscia › html › Via Clodia.htm
http://www.toscanella.it/cultura/personaggi-luoghi-modi/la-via-clodia.html