È la maggiore di due sorelle romane, vissute, ipoteticamente, nel II secolo d. C., Esse erano promesse spose di due valenti e nobili uomini romani, Armentario e Verino, pagani di origine, ma con l’intenzione di convertirsi al cristianesimo per unirsi alle due giovani cristiane. Quando però, hanno inizio le persecuzioni cristiane condotte dall’imperatore Publio Licinio Valeriano, i due giovani pagani rinnegano la conversione alla fede cristiana e tentano, inoltre di farl divenire pagane le giovani promesse. Rufina e Seconda decidono di non tradire il loro credo religioso cristiano e scappano da Roma, ma vengono inseguite, arrestate e torturate con lo scopo di indurle ad abiurare la fede cristiana.
Alcune fonti riportano degli aspetti leggendari con effetti miracolosi sulla tipologia di torture inferte alle giovani donne cristiane: essere rinchiuse in una stanza buia con forte odore di sterco che si trasforma in piacevole profumo, vengono poi poste in una ambiente caldissimo, ma non muoiono per asfissia, infine sono gettate nel fiume Tevere, ma tornano a galla con gli indumenti del tutto asciutti.
Tutte le fonti ufficiali concordano sul martirio finale di Rufina e Seconda avvenuto per decapitazione della prima e percosse per l’altra.
I cadaveri delle due sorelle vengono rinvenuti nell’attuale via Boccea, zona Selva Nera, all’epoca località appartenente alla nobildonna romana Plautilla, che convertita al cristianesimo, per intercessione delle due giovani cristiane, rende loro degna sepoltura.
Nell’area viene insediata, almeno dagli inizi del secolo IV, una sede episcopale, tanto importante allora da essere la seconda diocesi suburbicaria, risalendo fino all’VIII miglio della Via Cornelia, vicino al luogo del martirio delle Sante Rufina e Seconda. Ancora oggi, Porto – Santa Rufina è una delle sette Diocesi Suburbicarie di cui sono titolari i Cardinali dell’Ordine dei Vescovi, come segno del particolare vincolo con la Sede di Pietro. Il territorio della Diocesi, per secoli poco abitato “per l’incursione dei barbari, per l’infezione dell’aria, che ha spopolato le città, disertate le campagne, distrutte le chiese, e le pie fondazioni…”, dopo le opere di bonifica dello scorso secolo, hanno mutato condizioni sociali ed economiche, così che il distretto si è densamente popolato: circa 310.000 abitanti con 70 sacerdoti, 53 parrocchie, molte case religiose, con 36 istituti di educazione e 18 di beneficenza. E’ emersa l’esigenza di costruirne la Cattedrale in località La Storta (Comune di Roma) i cui lavori, iniziati nel 1926 dal gesuita tedesco p. Leopoldo Fonck, sono stati ripresi dopo la guerra, nel 1948, dal cardinale Eugenio Tisserant consacrando la chiesa ai “Sacri Cuori di Gesù e Maria” il 25 marzo 1950.
Angela Testa e Gaetano Mercadante
Fonti:
Giorgio Giannini sito abitarearoma
A. Cugini – E. Spada, Porto-Santa Rufina, Storia di una Chiesa, SER Graph srl, 2016 (pag.122-125)