Il Poggio della Solfatara si trova nel comune di Manziana, in provincia di Roma, e geologicamente fa parte dell’area dei Monti Sabatini, un complesso vulcanico ormai spento che ha dato origine, tra le altre cose, al Lago di Bracciano. L’attività vulcanica residua si manifesta ancora oggi sotto forma di emanazioni di gas sulfurei e sorgenti termali. Dal punto di vista naturalistico, è incluso nel Monumento Naturale Caldara di Manziana, un’area protetta istituita dalla Regione Lazio nel 1988. Questa riserva tutela un ecosistema unico che comprende: La Caldara di Manziana, una depressione con acque sulfuree e geyser naturali; Il bosco di betulle, una rarità per queste latitudini, residuo dell’ultima glaciazione, e il Bosco Macchia Grande, una vasta foresta di querce (cerro e farnetto), che si estende per oltre 600 ettari. L’area fa parte anche della rete ecologica europea Natura 2000, contribuendo alla conservazione della biodiversità. Il Poggio della Solfatara si distingue per un paesaggio brullo, dove l’odore penetrante dello zolfo pervade l’aria. Una peculiarità di questo ambiente è la presenza di un boschetto di betulle (Betula pendula), specie tipicamente nordica. La presenza di queste piante in un’area dal clima temperato come quello laziale è un retaggio dell’ultima glaciazione, quando le temperature più basse permettevano la diffusione di specie oggi rare in queste latitudini. Questo boschetto rappresenta un unicum nel contesto vegetazionale della regione. L’area è stata oggetto di attività estrattive sin dall’antichità, grazie alla ricchezza di risorse minerarie, in particolare lo zolfo. L’estrazione dello zolfo ha avuto un ruolo significativo nell’economia locale fino agli anni Ottanta del XX secolo, quando le miniere sono state definitivamente abbandonate. Questa cessazione ha lasciato sul territorio strutture industriali in disuso e depositi di materiali potenzialmente pericolosi per l’ambiente. Nel 2015, grazie al sostegno del Programma LIFE dell’Unione Europea, è stato avviato un ambizioso progetto di bonifica dell’area. Le operazioni hanno incluso la rimozione dei materiali tossici, la messa in sicurezza dei vecchi depositi e la ristrutturazione di uno degli edifici industriali esistenti. Questi interventi miravano a restituire il sito alla comunità, trasformandolo in un luogo fruibile per attività educative e turistiche. Successivamente alla bonifica, l’Università Agraria di Manziana ha promosso iniziative per definire il futuro utilizzo del sito. Nel marzo 2016, un workshop organizzato in collaborazione con il progetto europeo TURAS e OSMOS Transversal Planning ha coinvolto vari stakeholder nella co-creazione di una visione condivisa per l’area. Oggi, il Poggio della Solfatara rappresenta una meta di interesse per escursionisti, appassionati di geologia e studenti. L’area è inserita in una rete di sentieri che attraversano il Bosco Macchia Grande, uno dei più estesi boschi di cerro e farnetto dell’Alto Lazio. Questi percorsi offrono l’opportunità di immergersi in un ambiente ricco di biodiversità, osservando da vicino le peculiarità geologiche e botaniche del territorio. Inoltre, l’Università Agraria di Manziana organizza periodicamente attività didattiche e visite guidate, promuovendo la conoscenza e la tutela del patrimonio naturale locale.
Fonti: italyformovies.it
https://grandipassitrek.it/projects/la-solfatara-di-manziana/