Olgiata

La zona residenziale denominata Olgiata è un comprensorio di 612 ettari, percorso da oltre 30 chilometri di strade, con circa 8000 residenti che fa parte del Comune di Roma. Il luogo è identificato con questo toponimo dal 1566, quando Alessandro Olgiati, milanese, lo comperò da Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano, ubicato sulla via Cassia, al km. 19,500, strada consolare romana che confluiva nell’Aurelia, diretta in Gallia, e costituiva, nel Medioevo, la principale arteria di collegamento tra Roma e la Francia, nota come via franchigena o francisca: i pellegrini per giungere a Roma dalla Francia impiegavano circa un mese. Conventi, monasteri, osterie e locande rappresentavano i punti di sosta e ricovero, ai tempi dei romani erano denominati mansiones, ancora identificabili l’osteria del Fosso, quelle di Baccano e de la Storta, penultima e ultima tappa prima di Roma. Scarsamente abitata durante il Medioevo, la zona iniziò a essere popolata, grazie all’impegno della famiglia Olgiati, sino al XVII secolo quando le proprietà vennero cedute ai Franceschi e in seguito ai Chigi. Nella prima metà del’900, l’Olgiata diviene proprietà della famiglia Incisa della Rocchetta, che condusse l’area come azienda agricola e zootecnica anche per allevare cavalli di razza purosangue. Clarice dei conti della Gherardesca, grande famiglia toscana, sposando il marchese Mario Incisa della Rocchetta riceve in dote Olgiata e, insieme al marito, in oltre trent’anni di dominio, divide la tenuta in quarti e poi in isole e riqualifica il Casale come principale centro di aggregazione dell’azienda, più importante del Castello (edificio monumentale del XVI secolo che ha ospitato dalla regina Cristina di Svezia nel 1600 alla firma dell’armistizio tra Francia e Italia e, nel 1940, quando era denominato Villa Incisa). Prima della Seconda guerra mondiale la tenuta si trasforma, si creano i recinti per le mandrie e le greggi stanziali, sorgono le case per i lavoratori agrari e la scuola per i loro figli, ordine, pulizia ed efficienza, caratterizzano i lavori agricoli e zootecnici in un’area ormai eminentemente produttiva. Con la guerra e le sue distruzioni, Clarice Incisa della Rocchetta torna in Toscana, a Bolgheri, nei possedimenti della famiglia della Gherardesca. Dopo la guerra, il marchese Mario Incisa negozia la concessione per la lottizzazione del territorio dell’Olgiata mentre ancora prosegue l’attività delle scuderie dei cavalli da corsa dove erano stati allevati, sotto i colori della Dormello-Olgiata, grandi campioni dell’ippica mondiale (Nearco, Tenerani e Ribot); i successi nelle gare del purosangue Ribot, cavallo leggendario, hanno presentato al mondo il nome dell’Olgiata e hanno scritto, a futura memoria, pagine di storia dell’equitazione. Quindi, sul finire degli anni cinquanta del Novecento, considerata quest’area verde sulla Cassia, adiacente alla Capitale, con una reputazione d’elite, ideale per la realizzazione di un grande campo di golf, si è proceduto, in accordo consortile con la Società Generale Immobiliare, a trasformare larga parte della tenuta in un centro residenziale dotato di tante infrastrutture sportive: oltre al campo da golf e al maneggio, piscine e campi da tennis. Alla fine degli anni Sessanta del Novecento il comprensorio era già lottizzato, recintato da mura con solo due entrate-uscite, sorvegliato costantemente, diventa un esempio di gated community italiana, scelta da vip, calciatori, imprenditori, grandi professionisti, personaggi dello spettacolo, aristocratici. All’inizio degli anni Settanta, il quartiere è diventato il salotto preferito dell’alta borghesia della Capitale, venendo additata come Beverly Hills romana. Sono state edificate ville facoltose, immerse nel verde della campagna romana, insediate nelle isole collegate agli altri spazi del comprensorio ma separate, offrendo una privacy difficile da trovare in altri luoghi. L’edificazione estensiva ha favorito l’inserimento armonico in un paesaggio di distese pratose e boschi misti autoctoni di roverelle (Quercus pubescens), farnie (Quercus robur), faggi (Fagus sylvatica), cerri (Quercus cerris), aceri (Acer campestre) e lecci (Quercus ilex), spesso coperti da edera (Hedera helix), intermezzati da una numerosa piantumazione di pini romani (Pinus pinea), frequentati da una fauna varia: ricci, volpi, istrici, cinghiali, gufi, picchi, rondini, allodole, fagiani. Il quartiere, immerso nel verde, ha acquisito reputazione per l’altissima qualità di vita che è in grado di garantire ai suoi residenti. Collegato in modo ottimale al centro di Roma grazie alla linea ferroviaria Roma-Viterbo (stazione Olgiata), alla via Braccianese-Claudia e alla superstrada Cassia bis, permette di attendere rapidamente ai propri impegni nel centro urbano per tornare subito a immergersi nel verde. Ad aumentare la vivibilità la presenza delle importanti infrastrutture, interne al parco murato, che rendono il quartiere autonomo per il tempo libero: ristorante Ribot, spazio conviviale che grazie agli ampi spazi interni ed allo splendido giardino dopo decenni di qualificato esercizio è considerato un’istituzione dell’Olgiata, presso il principale ritrovo degli abitanti del quartiere, Centro Santa Maria; l’Olgiata Golf Club, percorso di 27 buche inaugurato nel 1961, progettato dall’architetto inglese C.Kenneth Cotton e rinnovato, nel 1996, dall’architetto americano Jim Fazio, è, tra i circoli italiani, quello che ha ospitato il maggior numero di competizioni nazionali e internazionali; l’Olgiata Park, Circolo ippico frequentato da appassionati e sportivi oltre che dai residenti, con due maneggi coperti e un campo di sabbia, tutti dotati di spalti e palco giuria, la scuola di equitazione, una s.p.a. (salus per aquam) e un ristorante; la Scuola tennis federale “Country Club Olgiata” con i campi (di cui due coperti) per praticare lo sport a livello dilettantistico e agonistico, nelle varie categorie federali, ha ospitato gli allenamenti di grandi campionesse come Sara Errani e Roberta Vinci, ubicata nel cuore del comprensorio vanta una piscina olimpionica con bar al bordo e un campo di beach volley.
Angela Testa e Gaetano Mercadante
Fonti:
Joseph Hunyady e Attilio Pernigotti, Olgiata ieri&oggi, Società Editoriale Finanziaria, 1990
Vega Fjenne Rochat, Olgiata e dintorni,
https://www.consorziolgiata.it/storia-olgiata/