Museo Civico Etrusco Romano “Prof. Gregorio Bianchini” di Trevignano Romano

Nel paese lacustre di Trevignano Romano, nel Palazzo comunale, è presente il Museo civico Etrusco-Romano, dove sono conservate, con tanto di preziosi corredi, due tombe provenienti dalla necropoli dell’Olivetello: la tomba Annesi Piacentini e la tomba dei Flabelli, scoperte negli anni ’60, periodo in cui viene istituito il museo stesso: gli ornamenti funerari recuperati nelle sepolture sono realizzati in bucchero, presenti inoltre, suppellettili artigianali in oro, argento, ferro e bronzo. Presso le strutture interne museali, si trovano due anfore di grandi dimensioni, databili alla fine del VII secolo a.C., con la raffigurazione di una pantera, fiori di loto e un cocchio e due cavalli in corteo nuziale. Di particolare rilevanza e interesse il grande flabello di bronzo, meglio noto come ventaglio di dimensioni importanti e decorato ad arte, risalente alla metà del VII sec. a. C. divenuto oggi, logo e simbolo del museo stesso. Il museo conserva anche, in una teca, alcuni frammenti in ferro riconducibili a un calesse e un cocchio, elementi che denotano l’appartenenza degli stessi ad una famiglia etrusca di alto lignaggio. Significativa è anche la documentazione delle sistematiche ricognizioni e campagne di scavo condotte dall’Università di Siena intorno al lago di Bracciano, ricostruendo la presenza di numerose domus rurales, regalo di una terra di proprietà detto missio honesta, per aver prestato un buon servizio nell’esercito, a militari romani che, di ritorno dalle campagne belliche, trascorrevano la quarantena nelle strutture termali limitrofe al lago di Bracciano. La conclusione del censimento e dello studio preliminare del patrimonio archeologico di epoca romana antica lungo il perimetro rivierasco sabatino, ha condotto alla pubblicazione dei volumi Sabatia Stagna 1 e 2 sulla fitta occupazione (a carattere anzitutto residenziale) delle sponde del lacus Sabatinus, promossa da facoltosi cives romani da eta’ post-annibalica. La sorte subita dalle oltre 20 dimore signorili, finite almeno parzialmente sommerse poco dopo il 60 d.C. per via della crescita del livello delle acque del lago, non comportò comunque la fine dell’interesse da parte delle elites capitoline per l’occupazione, mediante sontuose ‘seconde case’, delle rive del bacino lacustre più prossimo all’Urbe nel suburbio settentrionale: perfino un imperatore (Domiziano) alla fine del I secolo d.C. vi fece costruire una delle sue imponenti residenze extraurbane. I reperti contenuti nel museo trevignanense sono circa 350. L’ingresso al museo è gratuito con possibilità di organizzare mostre ed eventi.

[Scheda di Angela Testa e Gaetano Mercadante]

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