Lagomorto

Il Lago Morto, più piccolo tra i laghi scomparsi, occupava uno dei crateri del vulcano Sabatino, sito nell’attuale frazione di Vigna di Valle. Il nome suggerisce che il lago fosse poco profondo (“morto”, nella toponomastica, è un aggettivo associato a zone paludose) e che, nella stagione secca, tendesse ad assorbirsi. Con Lago morto si indicava anche una delle contrade del territorio di Bracciano soggette alla rotazione agraria della “quarteria”, che prendeva il nome dalla presenza dello specchio d’acqua. Il lago si trovava ai margini del territorio di Bracciano, verso Anguillara, adiacente alla strada consolare che conduceva a Roma, la via Clodia, che coincide con l’attuale strada provinciale Braccianese-Claudia; era il primo notevole elemento paesaggistico che appariva ai viaggiatori provenienti da Roma, lasciata l’osteria delle Crocicchie, e segnalava l’ingresso nel territorio di Bracciano. A seconda delle epoche e delle stagioni il Lago Morto, che i viaggiatori incontravano, all’improvviso, sulla sinistra del loro percorso, si presentava di volta in volta come lago, palude pestilenziale, piccolo cratere, “piccolo prato così verde di rigogliosa erba” o campo messo a coltura. Qui, il 16 giugno 1669, i rappresentanti della Comunità di Bracciano incontrarono le prime monache del convento della Visitazione: “le venerabili madri … furono ricevute con gentili parole e accolte in un luogo, detto in volgare Lago Morto, da venti cittadini di illustre famiglia equestre”. Nei pressi del Lago Morto, in età romana, sorgeva una mansio che la Tabula Peutingeriana riporta con il nome di Ad Novas o Ad Nonas: alcuni resti romani di pertinenza dell’antica stazione di sosta della via Clodia giacciono in prossimità di quella che era la sponda occidentale del lago, ovvero verso il mar Tirreno (non si tratta dell’unica mansio così intitolata nella Tabula, per esempio, una stazione Ad Novas è indicata lungo la via Popilia, nella fascia costiera romagnola, e viene fatta coincidere con il territorio identificata di Cesenatico, così come in coincidenza con l’attuale Königsbrunn, in Germania, si legge ad novas ma, distando il sito nove miglia da Augusta Vindelicia, si potrebbe intendere ad nonas, significativo della nona pietra miliare del percorso, dove sono le tracce archeologiche della mansio dell’inizio del I secolo d.C..).
Angela Testa e Gaetano Mercadante