Lago di Baccano

Si tratta di un cratere vulcanico con un diametro di circa 3 km, che in epoca antica era colmato d’acqua, formando il Lago di Baccano. Il lago era sicuramente presente in età romana, come dimostra il tracciato dell’antica via consolare Cassia: questa, infatti, procede in linea retta fino alla località di Baccano, per poi descrivere un arco parabolico necessario a evitare il bacino d’acqua. Nei pressi del lago sorgeva, in epoca romana, una stazione di posta (mansio), identificata, grazie a recenti scoperte archeologiche, con la Mansio ad Vacanas. Essa si trovava a circa 800 metri dall’antica Cassia, lungo il primo tratto di una strada che, diramandosi dalla mansio, conduceva a Forum Clodii (oggi San Liberato), sul Lago di Bracciano. Ancora oggi sono visibili alcuni ruderi di origine romana, appartenenti a strutture termali e ad altri edifici della stazione di sosta. L’intera area è coperta da uno strato sabbioso di origine fluvio-lacustre, con uno spessore variabile tra i 2 e i 4 metri, databile tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo d.C. Intorno al 600 d.C., infatti, un lungo periodo di alluvioni, che interessò gran parte dell’Italia centrale, causò lo straripamento del Lago di Baccano, sommergendo l’area della mansio, già abbandonata nella prima metà del V secolo d.C. Nel Medioevo, la Valle di Baccano si trovava lungo il percorso della Via Francigena, nota anche come Via Romea. Il piccolo borgo e l’Osteria del Baccano corrispondevano alla Bacane menzionata nell’itinerario dell’arcivescovo Sigerico di Canterbury, dove era registrata come Submansio III (la terzultima tappa prima di Roma). Tuttavia, la zona era considerata pericolosa per i viaggiatori e i pellegrini, sia per la presenza della malaria sia per i briganti. Ancora nel XVIII secolo, nonostante l’area fosse ormai paludosa, il lago continuava a lambire la strada romana. Fu il primo tra i laghi del territorio sabatino a essere prosciugato: nel 1715, su iniziativa del principe Augusto Chigi, venne realizzato un canale di drenaggio, noto come “Varca” o “Valca”. Questo attraversava la via Cassia nei pressi di Baccano e, dopo un percorso di circa venti miglia (trentadue chilometri), si riversava nel Tevere vicino a Prima Porta. Il prosciugamento definitivo avvenne nel 1838 grazie alla costruzione del Fosso Maestoso, sempre per iniziativa dei Chigi. Oggi la Valle di Baccano appare come una leggera depressione geologica, caratterizzata da campi coltivati e situata nel territorio del comune di Campagnano di Roma. L’area conserva numerose tracce archeologiche di epoca romana e medievale, oltre a una suggestiva testimonianza etrusca risalente al VII secolo a.C.: un’imponente tagliata viaria, che metteva in comunicazione la Valle di Baccano con il Lago di Martignano.

Angela Testa e Gaetano Mercadante
Fonti:
Gianfranco Gazzetti, Guida Archeologica del Parco di Veio, 2010