Il 12 marzo 1741 il Consiglio della Comunità di Bracciano deliberò la costruzione di una fontana nella piazza del Palazzo Priorale per arricchire l’ornamento della cittadina. Dopo aver ottenuto l’approvazione della Sacra Congregazione del Buon Governo, il progetto fu affidato a Mario Asprucci, architetto al servizio della famiglia Odescalchi, che stimò una spesa iniziale di circa 400 scudi. I lavori, eseguiti tra il 1741 e il 1743, coinvolsero diversi artigiani tra trasportatori, muratori, stagnari e scalpellini. Il maggior compenso fu corrisposto a mastro Ottavio Pierini, incaricato di fornire e posare il travertino, per un totale di circa 420 scudi. Sebbene il contratto richiedesse travertino di Tivoli di alta qualità, in seguito si scoprì che fu impiegato materiale di seconda scelta, caratterizzato da numerose imperfezioni. Nel 1742 il duca Odescalchi concesse alla comunità tre once d’acqua dall’acquedotto che alimentava i suoi opifici, garantendo così il funzionamento della fontana, completata nei primi mesi del 1743 con un costo finale di circa 1.660 scudi, ben oltre la spesa preventivata. Per quasi due secoli la fontana fu sottoposta a regolari interventi di manutenzione, tra cui la pulizia e la spurga delle tubazioni. Un restauro significativo avvenne nel 1934, quando la vasca superiore, ormai compromessa, fu ricostruita dal sig. Bresciani con pietra simile all’originale e nel rispetto del modello primitivo. L’ultimo restauro ha confermato i difetti del materiale impiegato da mastro Pierini, rivelando come la scarsa qualità del travertino abbia contribuito al progressivo degrado della struttura nel tempo. Nonostante ciò, la fontana continua a essere un elemento simbolico del centro storico di Bracciano.
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