A circa 200 metri da Porta Romana, lungo l’antica via Claudia, sorge la Chiesa di Sant’Antonio da Padova con il suo convento, l’ultima costruita a Oriolo Romano in ordine di tempo. Edificata intorno al 1675, la sua fondazione è legata alla volontà del principe don Gaspare Altieri, signore di Oriolo dal 1671 al 1721, che destinò l’edificio ai Padri Minori Riformati, forse in omaggio alla devozione della sua famiglia per il santo, già venerato nella cappella dei Paluzzi Albertoni presso la Chiesa dell’Aracoeli a Roma. L’epoca della costruzione è testimoniata da numerosi documenti d’archivio. Il 29 marzo 1675, padre Giovanni da Lucca, superiore del convento, annotava la costruzione della chiesa per volontà del principe Altieri. Un atto notarile del 26 maggio 1675, redatto sul posto, conferma che la fornitura dei materiali era interamente a carico del principe, mentre i frati si occupavano della costruzione, garantendosi così ambienti pratici e funzionali alla vita monastica. Il convento, progettato secondo criteri conventuali pratici, comprendeva:
- 23 celle distribuite su tre dormitori;
- refettorio, cucina e lavanderia;
- chiostro, cantina, cisterna e pollaio;
- orto, vigna, frutteto e bosco su un’area di 16.000 mq.
Abitato dai Frati Minori fino al 1873, il convento divenne un punto di riferimento per la popolazione, grazie al sostegno ai poveri e alla predicazione. Il principe Altieri garantì loro anche una fornitura mensile di carne, obbligando l’affittuario del macello locale a consegnare 75 kg di carne ai frati ogni mese. Nel 1875, con la legge sulla soppressione degli Ordini Religiosi, i Francescani furono costretti a lasciare il convento. Tuttavia, il principe don Emilio III Altieri, con grande generosità, concesse loro ospitalità nel castello di famiglia, riservando un’intera ala per i monaci. Dopo aver riacquistato l’edificio dal demanio, nel 1888 gli Altieri permisero ai frati di tornare, ma un pretesto politico li costrinse nuovamente a chiudere la chiesa, destinata a magazzino per la ferrovia Viterbo-Roma. Solo dopo quattro anni, grazie all’intercessione della popolazione, i Francescani poterono riprendere le loro attività religiose. Durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918), il convento fu trasformato in ospedale militare per i soldati feriti al fronte. Anche nella Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, il complesso venne requisito dalle truppe tedesche e divenne sede della corazzata Goering, prima dell’avanzata verso Cassino. Il fascino storico del convento ha reso questo luogo una location perfetta per il cinema. Due film sono stati girati qui, “Solamente nero” (1978), un thriller di Antonio Bido e “Padre Pio” (2000), film biografico sul santo di Pietrelcina. Oggi il convento, restaurato e reso più funzionale, ospita una comunità per il recupero degli alcolisti (F.I.S.P.A.), mantenendo il suo spirito di accoglienza e sostegno ai bisognosi. La Chiesa e il Convento di Sant’Antonio da Padova restano un simbolo di spiritualità, cultura e storia per Oriolo Romano.
Fonti: https://halleyweb.com/c056041/zf/index.php/musei-monumenti/index/dettaglio-museo/museo/5