Le antiche ferriere di Bracciano rappresentano un capitolo significativo nella storia industriale della regione laziale, testimoniando l’evoluzione economica e tecnologica del territorio tra il XVII e il XVIII secolo. Queste strutture erano officine specializzate nella lavorazione del ferro e utilizzavano la forza idrica per alimentare i forni e i martelli necessari alla produzione di utensili, armi e altri manufatti in metallo. Nel 1696, il duca Livio Odescalchi acquisì il ducato di Bracciano e avviò una serie di iniziative volte a valorizzare le risorse locali. Tra queste, particolare importanza ebbe lo sviluppo dell’industria siderurgica. Per garantire l’approvvigionamento idrico necessario e l’uso della forza motrice, fu costruito l’Acquedotto Odescalchi, un’imponente opera idraulica che trasportava l’acqua dalle sorgenti della Fiora nella Macchia di Manziana per circa 7 km fino al centro di Bracciano. Questo acquedotto, era caratterizzato da tratti sia sotterranei che superficiali, con arcate visibili ancora oggi nella campagna tra Bracciano e Manziana, i celebri “archi di Boccalupo”, e lungo via Principe di Napoli, dove sorgevano le antiche cartiere. Alcune ferriere erano situate in località Castel Giuliano, una zona ricca di boschi che fornivano il carbone necessario per l’alimentazione dei forni. Queste strutture erano dotate di macchinari avanzati per l’epoca, utilizzando l’energia idraulica fornita dall’acquedotto per azionare i martelli e le fucine. La produzione siderurgica comprendeva principalmente utensili agricoli, componenti per edifici e altri manufatti in ferro destinati sia al mercato locale che a quello regionale. L’importanza delle ferriere di Bracciano crebbe nel corso del XVIII secolo, grazie anche all’impegno della famiglia Odescalchi nel potenziare le infrastrutture produttive. Oltre alle ferriere, vennero avviate altre attività industriali, come la produzione di carta, supportata dalla costruzione di un ulteriore acquedotto per alimentare le cartiere. Questa diversificazione contribuì a rendere Bracciano un centro industriale di rilievo nello Stato Pontificio. Tuttavia, con l’avvento della rivoluzione industriale e la conseguente introduzione di nuove tecnologie, le ferriere di Bracciano iniziarono un lento declino. La concorrenza di impianti più moderni e la difficoltà di adattarsi alle nuove tecniche produttive portarono, nel corso del XIX secolo, alla progressiva chiusura delle strutture siderurgiche. Tra gli edifici che ospitavano queste ferriere, uno è stato preservato e oggi conserva al suo interno un maglio settecentesco, un esempio delle attrezzature utilizzate in passato per la lavorazione del ferro. Nel corso dell’Ottocento, una delle ferriere è stata trasformata in un lavatoio pubblico e, più recentemente, il Comune di Bracciano lo ha prima adattato in un piccolo auditorium, successivamente nell’attuale Teatro del Lago “Delia Scala”.
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