Vulcano Sabatino

L’attività del complesso vulcanico Sabatino, si fa risalire a oltre 600 mila anni fa, iniziata nell’area di Morlupo-Castelnuovo di Porto e poi spostatasi verso ovest/sud-ovest. Centro eruttivo principale, per l’enorme quantità di prodotti eruttati e per la prolungata fase di attività, è stato il vulcano di Sacrofano. Scorie, lapilli e ceneri eruttate hanno portato alla formazione di grandi spessori di depositi che costituiscono le attuali formazioni tufacee, in volume così ingente da portare il Tevere a deviare il proprio corso e scorrere come lo osserviamo oggi; l’attività è durata da 500 a 320 mila anni fa, quando avvenne il collasso calderico, e sul bordo di quel che resta della caldera sorge, oggi, il borgo di Sacrofano. Altro centro eruttivo molto importante è stato Baccano che, in seguito a violente esplosioni idromagmatiche, ha portato alla formazione della caldera oggi riconosciuta nella Valle di Baccano. Durante e successivamente all’attività di Sacrofano si sono formati altri centri eruttivi localizzati nei pressi di Trevignano, Vigna di Valle, Bracciano, Martignano, Stracciacappa, Polline, Lagusiello e Monterosi. La maggior parte di questi siti ha costituito, successivamente, un sistema di laghi, di cui alcuni sono stati asciugati naturalmente o artificialmente. Il lago di Bracciano non rappresenta la caldera di un grande vulcano: la sua origine è il risultato dell’azione di numerose faglie e del crollo della parte sommitale di una grande camera magmatica che alimentava i vari vulcani, avvenuto in seguito al suo svuotamento. Questo evento, che in termini geologici si chiama collasso vulcano-tettonico e che si fa risalire a circa 300mila anni fa, creò un’ampia depressione di origine vulcano-tettonica che oggi ospita il bacino lacustre, alimentato principalmente da grosse sorgenti sotterranee con il contributo di piccoli immissari superficiali, soprattutto stagionali, con emissario, il fiume Arrone, che sfocia nei pressi di Fiumicino. Diversa è l’origine per i laghi di Martignano e Monterosi, i quali occupano effettivamente il fondo di antichi vulcani. Gli ultimi violenti sussulti del complesso vulcanico Sabatino (tra 60 e 40 mila anni fa) hanno interessato l’area di Cesano, con una serie di esplosioni idromagmatiche dai centri eruttivi di Martignano, Stracciacappa e Le Cese. Queste esplosioni hanno prodotto materiali ceneritici oggi visibili come affioramenti lungo alcuni tratti dei sentieri di Martignano. Tra i piccoli crateri meglio identificabili, il più caratteristico è quello di Trevignano Romano in località “Le Pantane”, dove la parte sommitale (San Bernardino) rappresenta il bordo settentrionale di quello che resta della bocca eruttiva. Le rovine della rocca di Trevignano, che dominano il borgo storico, si trovano sulla colata lavica che affiora lungo le pareti di questo cratere e che può essere osservata percorrendo il sentiero di San Bernardino. Altri piccoli crateri sono quello di Vigna di Valle (Anguillara Sabazia) di cui rimane solo il bordo meridionale, la conca di Stracciacappa e di Polline, visibile percorrendo la SP Settevene Palo da Anguillara Sabazia in direzione di Trevignano Romano. Nel territorio originalmente occupato dal complesso vulcanico Sabatino, alcune caratteristiche emergenze geologiche sono formate da coni di scorie: il monte Rocca Romana di 612m s.l.m., il monte Termine, il monte Guerrano, il monte Rinacceto, il monte. Raschio, il monte Calvi. Tra i fenomeni tardo-vulcanici del Sabatino, l’emersione della “Caldara di Manziana”, a pochi chilometri dal mare, che per la sua peculiarità è inserita tra i geositi della Regione Lazio. Si tratta di una attività idrotermale risultato di una eruzione freatica, ossia di un’esplosione avvenuta in seguito alla forte pressione dei gas vulcanici presenti negli acquiferi. La sorgente principale, “la polla”, posta all’interno della depressione, emette un’enorme quantità di gas quali CO2, H2S, che danno l’effetto di ribollio all’acqua. La temperatura dell’acqua è di circa 18°C. Altre sorgenti termali sono quelle di Vicarello e di Stigliano.
Angela Testa e Gaetano Mercadante
Fonti:
https://www.parcobracciano.it/area-protetta/geologia/