Folonari, Vincenzo “Eletto” (1930, Brescia – 1964, Trevignano)
A Trevignano, nel centro storico, sul costone roccioso vulcanico, affacciata sul Lago, la chiesa dell’Assunta, ricca d’importanti affreschi, silenziosa, invitante alla preghiera. Sul sagrato, un piccolo monumento che ricorda “Eletto” Vincenzo Focolari, “focolarino” delle origini (membro del Movimento dei Focolari fondato nel dopoguerra da Chiara Lubich) nato a Brescia il 18 ottobre 1930 e morto nello specchio di lago di Trevignano il 12 luglio 1964, espone una foto che lo ritrae sorridente e le sue parole: “Ho scelto Dio per sempre e solo Lui, nessunissima altra cosa”. I Folonari, “quelli del vino”, ricca famiglia bresciana, imparentata con momsignor Montini, futuro papa, conobbero la realtà del Movimento Gen grazie a Giulia, la figlia maggiore, che poi, piuttosto rapidamente, seguì Chiara Lubich a Roma. Anche il fratello Vincenzo decise di entrare in “focolare”, attratto “da quello stato di consacrazione, assunto senza mutare esteriormente né vestito né lavoro, e dallo spirito, in cui quella consacrazione era vissuta armonizzando semplicità, innocenza e modernità di vita”, un giovane ricco che decise di farsi povero, un “campione” nella purezza degli ideali del Movimento, nella bellezza di una vita semplice, ma straordinaria, perché tutta donata. A, Vincenzo Folonari, conosciuto da tutti come “Eletto”, Chiara Lubich aveva affidato i i “popetti” come venivamo chiamati allora nel Movimento (bambini, in dialetto trentino), fin dalle prime Mariapoli degli anni ’50. «Vincenzo non era quel che si dice una persona attaccata alle cose, era molto libero, un atteggiamento più pastorale, di apostolato» precisa Michele Zanzucchi (poi direttore della rivista «Città Nuova» e del sito www.cittanuova.it, docente di comunicazione a l’Istituto Universitario Sophia e alla Pontificia Università Gregoriana), che era negli anni sessanta uno dei ragazzi affidati a Vincenzo Folonari, «Ricordo che dal focolare di via Marianna Dionigi, a Roma, andavamo a fare i nostri incontri (che erano per i 4/5 di gioco) nel fosso vicino Castel Sant’Angelo. Grandi partite di pallone, scalate dei muri del giardino. Eletto era particolarmente portato per i bambini, organizzava sempre giochi nuovi. Gli volevamo un bene da matti. Era una figura bella». Eletto è considerato la pietra miliare del Movimento Gen e figura di riferimento per gli educatori.
I Folonari avevano grandi proprietà terriere in giro per l’Italia. «C’era questa proprietà di Loppiano (in Toscana) che spettava a Vincenzo e don Pasquale Foresi (considerato da Chiara Lubich cofondatore del Movimento dei Focolari assieme a Igino Giordani, autore, quest’ultimo, della biografia di Vincenzo Folonari) volle venire qui per vederla prima di venderla, perché servivano dei soldi per i vari progetti del movimento. In particolare, per ingrandire la “Mariapoli Romana”, che stava crescendo ai Castelli Romani». Sembra, infatti, che ci fosse già un possibile acquirente, un imprenditore interessato al luogo per farne un centro per l’allevamento di cavalli da corsa. Ricorda Vincenzo Folonari: «Vennero con mio padre, e videro che il luogo era bellissimo, che le proprietà agricole erano buone. C’era questa grande villa che aveva ospitato lo scrittore e saggista italiano Giovanni Papini, e c’erano 3 lotti di terra: uno attorno a Campogiallo, uno intorno alla villa, l’altro in mezzo. Poco alla volta, arrivarono all’idea che il luogo poteva essere adatto a costruire la scuola dei “focolarini” e anche altro. Così, si decise di tenerlo… era il 1963». Nella lettera scritta dal Giovane il giorno successivo alla sua consacrazione totale a Dio, nel Movimento dei Focolari, si legge: “Ho scelto Dio per sempre, solo Lui. Nessunissima altra cosa! […] L’anima è ritornata bambina, vuota di tutto, disposta solo ad amare e con delicatezza e perfezione. Ho lasciato definitivamente tutti i miei beni (non avevo nessun merito per possederli perché ricevuti gratis) ed è stato Dio, solo Dio, che pian piano ha saputo portarmi a questo punto…”. Il giovane rampollo della famiglia Folonari, cui era destinata la tenuta di Loppiano, la donò al nascente Movimento dei Focolari.
Poco dopo, il 12 luglio del 1964, Vincenzo Folonari accompagna a Trevignano uno di quei ragazzi che gli erano affidati per distrarlo in un momento luttuoso della sua vita, si concedono un’escursione in barca sula lago ed Eletto si immerge per un bagno ma, colto da malore, fa in tempo a tranquillizzare il “suo” ragazzo per avviarlo a riva prima che le acque del lago divengano la sua ‘tomba azzurra’, ha 33 anni. Nell’ottobre del 1964, quando Eletto non c’era già più, comincia l’avventura della cittadella di Loppiano, dove oggi sorge la chiesa della l’Istituto Universitario Sophia.
Angela Testa e Gaetano Mercadante
Fonti:
https://generate.focolare.org/it/content/eletto-una-scia-nel-cielo-la-storia-di-vincenzo-eletto-folonari/[1]
Igino Giordani, Vincenzo Folonari, Città Nuova Editrice 1965