Borgo di Castel Giuliano, Palazzo e Giardino

 

 

Il piccolo borgo di Castel San Giuliano si trova su un fianco dei monti della Tolfa. Fu abitato sin dai tempi antichi da Etruschi e Romani e l’attuale casale, al centro del borgo, fu creato dalla famiglia Romani-Bonaventura (1220-1280 c.a). Durante il resto del Medioevo appartenne a diverse fra le famiglie più nobili del tempo: i Venturini, gli Orsini, i Massimo, i Chigi.
Da tempi immemorabili, i luoghi dove sorge Castel Giuliano sono stati destinati alla produzione agricola, Il territorio, dove è collocato il borgo, è di origine vulcanica, come le aree circostanti, ricoperto da flora e fauna tipici della macchia mediterranea. Sono presenti due chiese; la Chiesa del Palazzo di Castel Giuliano, dedicata a San Filippo Neri edificata alla metà del ‘600, probabilmente con il contributo della famiglia Patrizi Chigi Montoro, che acquistò il castello e le sue tenute trasformandoli in marchesato, già restaurata alla fine del ‘700, contiene interessanti stucchi e dipinti sei-settecenteschi; la chiesa di San Rocco, in origine dedicata alla Santissima Croce, piccolo tempio ad aula realizzato in tufo e intonaco di pozzolana di tipologia rurale, per volontà della famiglia Patrizi, è stato consacrato nel 1683 e dotato nel Settecento dell’affresco interno e del piccolo campanile a vela. L’inatteso suggestivo affresco, di speciale qualità (in un recente restauro è stato stimato come eseguito velocemente ad affresco su una malta di calce e sabbia per poi essere rifinito con velature a secco), occupa la parete retrostante l’altare: rappresenta la deposizione di Cristo con Maria Maddalena e gli apostoli Pietro e Giovanni ed è composto all’interno di un trompe-l’oeil raffigurante una ricca struttura architettonica con altare centrale e due porte laterali simmetriche; sopra le false porte, all’intero di due nicchie, sono raffigurati Sant’Antonio abate e San Rocco (legato alla protezione dalla peste, che nella devozione popolare); quando, alla fine dell’Ottocento, in seguito all’editto napoleonico che ordinava l’inumazione delle salme all’esterno dell’abitato, la chiesa è stata affiancata dal cimitero, una delle due porte dipinte ai lati dell’altare è stata aperta per permettere l’accesso diretto al camposanto, a spese dell’affresco.
Il borgo rurale è dominato da un monumentale casale, palazzo baronale restaurato nella prima parte del XVIII secolo con il supporto dell’architetto Sebastiano Cipriani e affreschi interni di Giuseppe Passeri. Varcato il cancello, verso la corte interna, si penetra il giardino (saltuariamente aperto al pubblico in occasione di manifestazioni floristiche) frutto di una sapiente ricerca botanico-paesaggistica che coniuga erbe aromatiche e arbusti fioriti alla base di maestosi esemplari di Pinus pinea, querce, cedri del Libano, magnolie e aceri. Spicca la collezione di rose, curata dalla marchesa Umberta Patrizi che ha formato, a Castel Giuliano, uno dei maggiori roseti privati italiani: centinaia di rose antiche, tra le quali esemplari di “Albèrtine Barbier” (varietà del 1821), “Blu Magenta” (1900), “Sweet Juliette” (creata nel 1939 dall’inglese Austin prendendo a modello le rose ottocentesche, ma ottenendo la rifiorenza di quelle moderne), si arrampicano sulle antiche mura con esiti spettacolari. Molte altre rose arbustive formano bordure e siepi, o condividono gli spazi, sensibilmente progettati, con digitali, mirti, lavande e azzurri Ceanothus.
Angela Testa e Gaetano Mercadante

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