Il Santuario della Madonna del Sorbo, situato sul Monte Razzano nel territorio di Campagnano Romano, sorge su un antico luogo di culto pagano dedicato a Bacco, la cui memoria persiste nei toponimi della zona come la valle di Baccano, un tempo occupata da un lago vulcanico prosciugato nel 1833 dai Chigi. Il Santuario è raggiungibile tramite un percorso di sei chilometri lungo l’antica Via Francigena e si trova all’interno del Parco Naturale Regionale di Veio, su una rupe protetta da fossati naturali.
Storicamente, l’area fu abitata fin dal medioevo, come testimonia un documento del 996 che menziona un “castellum quod dicitur Sorbi”, probabilmente nato a seguito delle invasioni saracene. Dopo vari passaggi di proprietà tra il Monastero di San Paolo e la famiglia Orsini, il castello venne abbandonato nel XV secolo. Nel 1427, Martino V concesse ai Carmelitani di costruire un monastero accanto alla chiesa dedicata a “Beatae Mariae Castri Sorbi”, poi divenuta luogo di pellegrinaggio mariano. La chiesa attuale, realizzata con finanziamenti degli Orsini nel 1487, è a tre navate con colonne in tufo, soffitto a capriate e pavimento in lastre di pietra. Tra i suoi elementi di pregio vi sono due altari del 1682 progettati da Carlo Fontana e un affresco absidale attribuito a Piermatteo D’Amelia, restaurato nel 2020, che rappresenta l’Assunzione della Vergine.
La leggenda legata al Santuario racconta di un giovane guardiano di maiali mutilato, che scoprì l’icona della Madonna ai piedi di un albero di sorbe. Dopo aver ricevuto l’apparizione della Vergine, che gli promise un miracolo, il giovane riacquistò miracolosamente la mano perduta, convincendo così gli abitanti a costruire il Santuario.
All’interno della chiesa, l’icona venerata è un affresco che rappresenta la Madonna del Sorbo circondata da angeli, mentre l’originale, un dipinto su tavola risalente all’XI-XIII secolo, è custodito nel Museo parrocchiale di Campagnano. L’icona raffigura una Madonna in trono con il Bambino, con una tipica iconografia bizantina detta Odighitria. La Madonna indossa un manto decorato con motivi geometrici ricchi di simbolismo, come un rombo al centro del grembo e ruote a otto raggi sulle ginocchia. La patina scura che caratterizza il dipinto, comune nelle Madonne nere orientali, sottolinea il carattere miracoloso attribuito all’immagine. Il manto della Madonna, nella parte frontale che scende dalle ginocchia alle caviglie presenta decori geometrici cui si possono attribuire contenuti simbolici: al centro del grembo un rombo con iscritto un quadrato, su ciascun ginocchio ruote a otto raggi, sulla tibia sinistra una stretta mandorla (vesica piscis).
Angela Testa e Gaetano Mercadante
Fonte: http://www.sabap-rm-met.beniculturali.it/it/238/news/1877/il-santuario-della-madonna-del-sorbo-su-rai-1
https://www.angolohermes.com/luoghi/lazio/Campagnano/Sorbo.html